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Genere 10. Decori in Azzurro Prevalente. Gruppo 10.3: maioliche policrome

Nel momento di passaggio tra la prima e la seconda metà del XV secolo a Montelupo — così come in Bacchereto e, con ogni probabilità negli altri ateliers dell’area fiorentina — si inizia ad introdurre nella produzione già definita “italo—moresca” una sempre più spinta policromia. Gradualmente, la tavolozza si arricchisce di qualche tocco di verde e, talora anche di arancio, restando comunque ancorata alle tonalità fredde della decorazione. Si nota anche l'abbandono dei graficismi imperanti nella prima parte del XV secolo fino a superare la sintassi decorativa di matrice islamica. Tale gruppo è suddiviso in 13 sottogruppi: Sottogruppo 10.3.1: Appartiene all’inizio della seconda metà del XV secolo la prima diffusione nella maiolica di Montelupo dei motivi “a foglia”, sempre del tipo sfrangiato ai margini, dalla fisionomia allungata e lanceolata, i quali si caratterizzano anche per l’incisione della loro campitura interna in bleu, realizzata allo scopo di ben evidenziare la trama delle nervature interne e di chiara imitazione valenzana. Le parti foliate, sempre collocate sulla tesa o nell'ingiro degli scodelloni tipici di questo periodo sono poste in alternanza rispetto ad un tralcio ondulante, munito di piccoli pedicelli, che in tal modo contribuiscono a riempire gli spazi vuoti aperti nel motivo di contorno. La foglia, infine, può essere rappresentata nella sua figura intera, oppure ripiegata, quasi fosse divisa a metà in senso longitudinale. L’evoluzione del linguaggio figurativo verso la codificazione di una precisa ricetta formale si evidenzia nella distribuzione razionale dei decori principali, che iniziano a campeggiare al centro dei manufatti, anche se risultano ancora avviluppati nella fitta trama dei motivi secondari; la ricerca di un nuovo ordine compositivo si percepisce anche nel confinamento tendenziale delle parti di contorno all'interno di spazi canonici (la tesa ed il ricasco). Una particolare evoluzione della rappresentazione della foglia con nervature incise si nota in alcuni casi che evidenziano motivi vegetali attorniati da semplici vilucchi stilizzati in bleu che si ispirano alle maioliche spagnole con foglie d'edera, mescolando, però, nel suo sviluppo, due tipi di foglie diverse. Come nei prototipi valenzani, in questo caso i motivi vegetali sono collocati in senso verticale e contrapposti tra di loro. Nelle versioni più scadenti il motivo della foglia, viene spesso ridotto ad una semplice campitura di colore, nella quale è più difficile riconoscere il suo rapporto con la “foglia d’edera” valenzana. Sottogruppo 10.3.2: Caratterizzato da una forte propensione figurativa, nella quale si intravede una sensibilità pittorica già decisamente attratta verso una rappresentazione realistica dei soggetti. Al tradizionale, prevalente impiego del bleu in varie tonalità all’interno delle figurazioni principali (sempre più spesso contornate in bruno di manganese) si unisce una maggiore abbondanza di particolari dipinti giallo e verde, ma arricchiti anche dall'arancio-ferraccia, che trova posto solo sulle cornici ovali della tesa. Sottogruppo 10.3.3: Tra i decori che trovano impiego nel corso degli anni 1450-80, si nota la stilizzazione di una grande infiorescenza, sempre realizzata in monocromia bleu, che sembra rappresentare una sorta di papavero dal grande calice espanso o, forse, il fiore di un garofano appena sbocciato. Su questo motivo si incentra una decorazione fitomorfa, composta da una pianta dai lunghi steli, che spesso si diffonde in maniera invadente sui supporti. Le larghe foglie della composizione vegetale sono campite per metà in bleu intenso (l’altra metà risulta sempre priva del ripasso cromatico), mentre la parte fiorita è realizzata con un minuto ed insistito tratteggio. Pur nell’osservanza di un cromatismo affidato in larga prevalenza al bleu, si nota l’impiego accessorio del caratteristico giallo-citrino. Sottogruppo 10.3.4: Un apposito raggruppamento è destinato ad una forma speciale su cui sembra anche svilupparsi una particolare tipologia decorativa. Si tratta di piccole “coppe” su piede che forse potrebbero essere interpretate come una sorta di calici destinati alla mensa. Sono decorate con semplici motivi fitomorfi in monocromia bleu. La segmentatura scalare disposta sulla parete esterna e la datazione (1460—80), avvicinano il decoro a quello delle ciotole appartenenti al sottogruppo 10.3.12. Sottogruppo 10.3.5: Nel primo quarto della seconda metà del XV secolo compare una ben riconoscibile decorazione caratterizzata dalla presenza di insegne araldiche, di solito poste entro una ghirlanda sorretta da due angeli. Lo scudo araldico può essere della tradizionale forma ovale, di tipo rettangolare con i lati lunghi incavati e munito sulla sua destra dell'apertura per l'appoggio della lancia, di tipo "a testa di cavallo” (versione allungata del precedente). Questi ultimi due tipi compaiono in una fase già inoltrata della seconda metà del XV secolo. Al classico cromatismo in bleu si aggiunge l”uso del giallo e del verde. Sottogruppo 10.3.6: Decorazione caratterizzata da una composizione fitomorfa con un lungo stelo fiorito al vertice, dal quale si dipartono rametti foliati, posta in uno “spazio contornato” aperto entro una minutissima trama di girali vegetali stilizzati, disposta sui fianchi dei boccali. Sotto il collo, si sviluppa un tralcio foliato stilizzato. Riempitivi grafici in fascia ondulante sono posti nei settori posteriori che fiancheggiano l'ansa. Uso del bruno di manganese e dell'arancio - ferraccia. Si presenta come peculiarità l'inserimento dei motivi principali in una cerchiatura raggiata. Altri elementi distintivi sono individuabili nella bipartizione dei riempitivi laterali entro una fascia che stringe da vicino la cerchiatura centrale ed in una successiva, posta ai lati dell’ansa, normalmente realizzata mediante motivi grafici stilizzati. La fase seguente si caratterizza per un sensibile alleggerimento cromatico delle campiture in bleu, che viene di fatto ridotto a tonalità azzurre. A questa fase, avviata negli anni '70-’80, appartengono numerosi esemplari, contraddistinti da figure di animali, da scritte e da composizioni vegetali. Tra queste ultime appare il fiore dai petali ripiegati, talvolta intesi anche come foglie, il fiore dai petali larghi e carnosi (sempre dipinti in bruno di manganese nella loro parte interna) che si trova sui boccali. Ad una fase successiva (collocabile negli anni ”80-790 del XV secolo), sono da assegnare, invece, alcune versioni contraddistinte dal bleu della zaffera in basso rilievo, ma anche da abbondanti campiture in arancio-ferraccia. Talvolta queste ultime rappresentazioni del grande fiore si arricchiscono di curiose varianti, nelle quali addirittura si incontrano volti umani stilizzati dipinti in sovrapposizione ai petali. Sottogruppo 10.3.7: Caratterizzato dalla presenza di un ovale raggiato che talora può assumere il significato di una raggiatura, posta a nobilitare le parti a vista dei boccali, al cui interno si collocano i motivi principali, talaltra trasformarsi in una sorta di tralcio vegetale in grado di riempire il contorno delle forme aperte. Il decoro si sviluppa attraverso l'intercalazione di un segmento fortemente marcato in bleu (concepito come stilizzazione di una foglia) a più minuti tratti in bruno di manganese. In questo sottogruppo sono presenti boccali con insegne araldiche ed esempi di commistione con il decoro incentrato sulla classica foglia dalle nervature incise sul colore di imitazione valenzana. Sottogruppo 10.3.8: Decorazione caratterizzata dalla presenza del tralcio foliato che si riscontra in prevalenza sulle forme aperte (consiste in scodelle e forme piane). Si tratta di una composizione vegetale stilizzata in bicromia bleu-bruno, nella quale all’apice del tralcio, quasi soffocate dalla densità e dall’affollarsi delle foglioline che da esse spuntano, vengono a sbocciare infiorescenze segnate da isole tondeggianti od ellittiche in giallo (e, talvolta, anche in verde), poi sottolineate in bruno di manganese; è assai frequente, inoltre, che i sinuosi vilucchi vegetali si concludano nella classica foglia aperta al centro da tocchi di giallo, con le nervature incise sul colore bruno della campitura. Numerose sono le soluzioni decorative che si uniscono a questo motivo di contorno, inserendosi in una cerchiatura centrale, il più delle volte di piccole dimensioni in confronto all’ampia espansione dei girali, ma anche l’accentuata varietà delle medesime: richiuse a spirale su se stesse o di aspetto ondeggiante, talvolta articolato su più registri. Sono anche presenti elementi quali la foglia dalla campitura graffita, o le immagini contornate da “fiori di papavero”, talvolta persino inserite in formelle polilobate. Questa decorazione è databile all'ultimo trentennio del XV secolo, con una particolare diffusione nel decennio centrale di questo periodo. Sottogruppo 10.3.9: Nell'ultimo ventennio del XV secolo, si sviluppa un tipo di decorazione nella quale la foglia aperta a metà da inserti di giallo o verde (con la caratteristica graffitura della parte campita) viene impiegata come motivo “accessorio”. Essa, confinata in spazi ben definiti, viene infatti concepita quale l’apice di una pianta, che viene a distendere il proprio stelo nel ricasco delle scodelle (forma sulla quale trova grandissimo impiego) andando ad occupare apposite aree della tesa. La ricerca di semplificazione e “normalizzazione” del decoro spinge ad iterare senza soluzioni di continuità questo motivo, che si sovrappone al “tralcio foliato” della tipologia 10.3.8, sino ad assumere, una fisionomia astratta e geometrica. Col tempo questa ricetta compositiva si semplifica considerevolmente: la foglia nervata si trasforma in veloci barrature in bruno di manganese. In alcuni casi, tale decoro diviene contorno per un centro figurato, che può essere sia di tipo antropomorfo, sia zoomorfo. Sottogruppo 10.3.10: Decoro che si sviluppa negli anni 1475-90 e si diffonde su forme aperte in particolare su grandi scodelle. Si assiste ad una riedizione del motivo della foglia valenzana rielaborato con criteri di così accentuata stilizzazione da impedire talora il riconoscimento del suo prototipo. L’elemento vegetale viene concepito come la metà longitudinale di una foglia, quasi sempre campita in bruno di manganese e graffita, allo scopo di rappresentarne le nervature, al suo interno. Essa si colloca nelle archeggiature (di solito ripassate in giallo pallido od in un caratteristico verde-grigiastro) lasciandone normalmente libera una porzione che non presenta campiture. Il basso ricasco si fregia poi di una fascia segmentata, che spesso, raddoppiandosi, assume l’aspetto di un tralcio vegetale minutamente foliato. Il centro piuttosto ampio degli scodelliformi, così incorniciato dalla duplice fascia di contorno, ospita soggetti figurati di ogni tipo. Nell'ultima fase, si assiste ad una sempre più rigida presentazione delle immagini centrali (quasi sempre affiancate da un duplice arbusto fiorito), mentre il motivo di contorno è ridotto ad una semplice serie di segmenti dipinti in bruno di manganese. Sottogruppo 10.3.11: Nel corso della seconda metà del XV secolo e in particolare nel trentennio 1460 - 90 su piccoli contenitori aperti, si sviluppa una decorazione, in alcuni casi in monocromia blue, contraddistinta da uno schematico decoro della tesa, consistente in una sorta di cespuglio o ciuffo vegetale “a ventaglio”, dipinto alternativamente in bleu e bruno di manganese con origine dal bordo esterno dell’ala e dall’inizio del ricasco. Al centro si sviluppano motivi di ispirazione fitomorfa come, ad esempio, una corona composta da piccoli steli vegetali, ai cui apici sembrano collocarsi minuscole bacche, o corolle floreali che possono assumere l’aspetto di un grande bottone dai margini sfrangiati o di un’infiorescenza aperta con caratteristiche propaggini “a freccia". Sottogruppo 10.3.12: Si caratterizza con precisione per l’impiego di una forma speciale: la ciotola a parete interna tagliata in senso confluente, che rappresenta una delle forme guida di questo periodo dell'intera area fiorentina. La decorazione della parete esterna è composta da serie di segmenti ad andamento crescente, quasi ad individuare una sorta di “settore ondulante” ad imitazione dei lustri metallici di area valenzana (fornaci di Manises), caratterizzati, in alcuni casi, dall’impiego di barrature alternate in verde ed arancio, oltre che dal bleu, che invece normalmente la caratterizza. Tra i decori centrali, oltre alle composizioni fitomorfe, compaiono motivi vegetali più complessi, formati dall’incrociarsi di diversi steli foliati. Assai caratteristica è anche una chiusura del centro, attorniato dalla solita corona di steli con “bacche" mediante una serie di segmenti paralleli, ai quali si alternano tratti ad andamento serpeggiante. Sottogruppo 10.3.13: Questa decorazione, si trova ad iniziare dalla seconda metà del XV secolo su forme aperte di piccole dimensioni (piccole salsiere o saliere). E' caratterizzata da un semplice riempimento barrato in bleu sulla tesa, spesso diviso in quattro o più settori da qualche inserto, ottenuto mediante segmentature parallele, di andamento normale alle precedenti, in bruno di manganese. Nel centro campeggiano composizioni stilizzate di vario richiamo fitomorfo, tra cui una sorta di cespuglio o mazzetto con “bacche”. More »
  • Date Min: 1450 - Date Max: 1500
  • Color: La tavolozza si arricchisce di qualche tocco di verde, di arancio, di giallo e di bruno manganese restando comunque ancorata alle tonalità bianche e azzurre della decorazione.
  • Period: E' ascrivibile alla seconda metà del XV secolo.
  • Decoration Form:
    • peint, e
    • tin glaze

Origin & occurrences

Montelupo Fiorentino City
Italy - Tuscany Region

Depictions

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Origin source: Berti F., Storia della Ceramica di Montelupo, Vol. 1, 1997

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References

BERTI F., Storia della Ceramica di Montelupo, vol. 1, Cinisello Balsamo 1997.