Period: I tipi Ba 2.2 sono caratteristici della seconda metà del XVI secolo e dei primi due decenni del XVII. Il genere 40.1.3 (motivi vegetali della famiglia bleu), introdotto nel repertorio montelupino prima della metà del ’500, è impiegato su manufatti Ba 2.2.1, anche se nei casi noti, documentati da quattro sole attestazioni complessive, sorge qualche perplessità nell’accogliere una datazione anteriore al 1550, dal momento che la corsività della decorazione nel cavetto e la sequenza presente sulla tesa dei reperti possono agevolmente portare a datare i nostri pezzi intorno od oltre la metà del secolo. Ancora, il reperto Ba 2.2.1 T3 proveniente dall’area del Castello di Montelupo, decorato col poco comune motivo della “corona di foglie” (gen. 36), appare come un prodotto dalle caratteristiche singolari nel panorama montelupino e la sua datazione agli anni 1510-1520, proposta dal Berti su base stilistica, potrebbe essere posticipata di qualche decennio. Sulla base dei contesti di rinvenimento è possibile confermare grossomodo le cronologie dettate dall’analisi degli apparati decorativi. Tra i materiali rinvenuti negli scavi del convento romano della Trinità dei Monti, da depositi formatisi poco oltre la metà del XVI secolo, sono attestate dieci forme Ba 2.2 e vi si distinguono oltre ai più comuni manufatti Ba 2.2.1 T1-T4 e Ba 2.2.2 T1-T5, tre reperti Ba 2.2.3 T2. Dai depositi della loggia del convento agostiniano di Pietrasanta (PS SAT e PS SAB), la cui costruzione è terminata nel 1579, provengono alcuni esemplari Ba 2.2.1 T5 e un reperto Ba 2.2.3 T1. Un manufatto Ba 2.2.1 T1 è stato rinvenuto nei riempimenti delle volte al primo piano nord dell’ala di ponente degli Uffizi, la cui costruzione è completata entro il 1580. Da un castello provenzale della Valle dell’Huveaune, distrutto nel corso della seconda metà del ’500, provengono due esemplari Ba 2.2.1 T5 e T4. A Lucca, nello scarico del convento di Santa Giustina, chiuso entro gli anni 1560-70, è stato rinvenuto un esemplare Ba 2.2.2 T3. Reperti Ba 2.2.1 T2 facevano parte della Fase III (vano B, settore 3) degli scavi nel Palazzo Pretorio di Prato, datata genericamente al corso del XVI secolo ma che, sulla base dei materiali presentati nel catalogo, può essere ragionevolmente riferita alla seconda metà del secolo. I ricchi rinvenimenti romani dalle stratigrafie della Crypta Balbi documentano, in depositi tardo cinquecenteschi (CB VII, US 1001) e primo seicenteschi (CB V, US 1014), pressoché tutti i tipi Ba 2.2 ad esclusione delle forme con tesa defluente Ba 2.2.3 che, proprio sulla base dei rinvenimenti del convento romano della Trinità dei Monti (Roma CT) e del convento agostiniano di Pietrasanta (PS SAT4) potrebbero risultare tipici del periodo 1550 -1580, sebbene la scarsità dei nostri dati non fornisca al momento alcuna certezza in tal senso. Più arduo sembra comunque trovare conferme precise per contesti che segnalino la cronologia più avanzata nella produzione ed uso dei tipi Ba 2.2. Un aiuto in questa direzione proviene dalla recente pubblicazione dei materiali rinvenuti nel centro storico della città di Barcellona. Tra i materiali editi abbiamo tipi Ba 2.2.1 T1, Ba 2.2.1 T4 e Ba 2.2.2 T3 appartenenti a contesti datati agli inizi del XVII secolo o comunque genericamente ai primi decenni del ’600.
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