Periodo: Per quanto riguarda la cronologia desumibile dai motivi decorativi, si nota che la forma Aa 3.2.1 è la più precocemente attestata, dal momento che compare già in una delle varianti dei moduli decorativi a “imitazione del lustro metallico” (gen.12.2.2), intorno al penultimo ventennio del XV secolo, e poi trova impiego nei primi decenni del ’500 con la decorazione a “fascia in bleu graffito” (gen. 34,2). I tipi Aa 3.2.2 sono invece attestati a partire dal quarto decennio del XVI secolo (motivi vegetali della famiglia bleu nella versione 40.1.3). Sia le forme Aa 3.2.1 che le Aa 3.2.2 continuano ad essere prodotte almeno fino agli anni ’80 del XVI secolo, con le decorazioni in “compendiario della famiglia bleu” (gen. 45.3.3) ed a “spirali arancio” (54.2). Dal punto di vista dei rinvenimenti stratigrafici abbiamo una sostanziale convergenza cronologica con la datazione offerta dai decori: due esemplari Aa. 3.2.1 rinvenuti rispettivamente a Montelupo, nello scavo per la nuova centrale termica del Museo della Ceramica (M Mus), ed a Lucca, nel complesso dell’ex ospedale Galli Tassi, offrono una forchetta cronologica compresa tra fine XV e la metà circa del XVI secolo. I contesti romani di rinvenimento di esemplari Aa 3.2.1 e 3.2.2 si collocano tra 1550 e 1590 circa. L’esemplare Aa 3.2.3 infine, con decoro a “nodo orientale della famiglia bleu” (gen. 43.1.2), attestato da un unico esemplare proveniente dal Pozzo dei Lavatoi di Montelupo, alla quota M/R/N, in associazione ad altre ceramiche della prima metà del XVI secolo, appare senz’altro prodotto intorno al secondo-terzo decennio del XVI secolo.
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