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Ceramic Types

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ArchAIDE Types

Fornaciari Bd 1.1 T2

Maiolica di Montelupo
I tipi Bd sono recipienti con tesa orizzontale o leggermente confluente, pareti non troppo alte e largo fondo piano, apodi o più raramente con piede appena accennato. Talvolta presentano un paio di anse orizzontali a nastro saldate alle pareti sotto la tesa. La maggioranza di essi mostra un rapporto Ø max / Ø cav. compreso tra 1,2 e 1,4, anche se in alcuni esemplari osserviamo una tesa di dimensioni maggiori, tale da restituire un R superiore a 1,4. La relazione corretta è Ø max. = 1,16 Ø cav.+ 3. Alcune differenze nella resa della tesa, più o meno spessa, ma in genere piana o confluente e con margine arrotondato, rientrano nel campo delle possibili varianti. Il tipo Bd 1.1 ha una tesa piana e confluente. In particolare il tipo T2 comprende un gruppo consistente di ventidue manufatti, con diametro massimo compreso tra 18 e 28 cm, mostra un valore di “i” variabile da +5 a +9 sviluppando quindi una vasca abbastanza profonda. La relazione corretta è: Ø cav. = 3,4 pr.+5,75. Dal punto di vista dimensionale i Bd 1.1 T2 sembrano suddivisibili in due gruppi: il più piccolo con diametro massimo compreso tra 18 e 23 cm e diametro della cavità di 13-16 cm, il maggiore con diametro massimo tra 24 e 28 cm e diametro della cavità di 18-22 cm. Alcuni di questi esemplari risultano muniti di anse a nastro orizzontali sotto la tesa, come per esempio il reperto dallo scavo lucchese di San Luca. Il nostro tipo morfologico T2 viene impiegato nei manufatti in maiolica arcaica (gen. 1.2.1). Un recipiente baccheretano in maiolica arcaica blu (gen. 2), dal diametro di 28,6 cm ed "i” = +5,6, mostra una forma compatibile col T2. Dal recupero di San Donato in Polverosa a Firenze proviene un recipiente di piccole dimensioni (21 cm di diametro) decorato a zaffera a rilievo (gen. 3.2) con "i” = +6,25; altro manufatto sempre a zaffera a rilievo (gen. 3.2.4) è stato rinvenuto a Lucca in recuperi occasionali, ed ha diametro di 26 cm ed “i” = +9,4. Ancora un manufatto da Lucca attesta l’uso della forma per la zaffera tricolore (gen. 5.2.2). Almeno sette esemplari documentano la diffusione della forma con i motivi della maiolica arcaica tricolore (gen. 6.1.1, 6.1.5, 6.2.1, 6.2.2, 6.2.3). Nove reperti sono decorati in azzurro prevalente (10.1.1, 10.1.5, 10.1.6, 10.1.8). More »
  • Data Min: 1381 - Data Max: 1510
  • Forme:
    • casserole
  • Periodo: Manufatti in maiolica arcaica (gen. 1) a largo fondo piano, apodi o con piede appena accennato, di sicura provenienza montelupina, risalgono già alla prima metà del XIV secolo ma hanno caratteristiche differenti, nella resa dell’orlo a tesa molto estroflessa e ripiegata verso l’esterno, rispetto ai recipienti Bd in zaffera a rilievo, maiolica arcaica tricolore, o a decoro in azzurro prevalente del XV secolo. Le prime forme Bd in maiolica arcaica con tesa orizzontale attestate a Montelupo provengono dal piccolo scarico rinvenuto in adiacenza all’ex palazzo podestarile, un contesto attribuito dal Berti agli anni 1370-1390, e si trovano in associazione con frammenti di scarti in zaffera a rilievo, mentre meno frequenti o quasi assenti sembrano essere nei contesti montelupini quattrocenteschi, dove invece sono stati rinvenuti disparati esemplari di manufatti Bd in maiolica arcaica tricolore. I dati in nostro possesso sulla maiolica arcaica di Montelupo non sono comunque così esaustivi da permettere considerazioni troppo circostanziate, che potrebbero essere contraddette da futuri rinvenimenti. La diffusione di manufatti Bd in maiolica arcaica nel territorio fiorentino, prodotti probabilmente in vari centri dell’area, è in ogni caso testimoniata da diversi ritrovamenti che forniscono qualche appiglio cronologico, oltre che da manufatti confluiti sul mercato antiquario ed appartenenti a raccolte pubbliche e private. Un dato interessante proviene dagli scavi di Santa Reparata a Firenze, dove un recipiente di tipo Bd, ansato e con tesa defluente, è stato rinvenuto nel livello 1 datato, anche se con qualche riserva sull’integrità del contesto, entro l’ultimo terzo del XIV secolo. Un manufatto rinvenuto a Pistoia nello scavo del Palazzo dei Vescovi ha le caratteristiche morfologiche del nostro Bd 1.1 T3, ed è inquadrato nella fase XIV, datata tra fine ’300 ed inizio del XV secolo, in rapporto a strati relativi ai lavori compiuti al tempo del vescovo Andrea Franchi. Dall’US 420 dello scavo del chiostro della Badia di San Salvatore a Vaiano proviene un recipiente Bd 1.1 T2. La sua posizione stratigrafica lo colloca in un contesto formatosi negli anni della costruzione del chiostro rinascimentale, datata al periodo immediatamente successivo al 1462, contenente una gran quantità di scarti d’uso provenienti dai corredi del monastero ridotto a commenda e attribuibili per l’appunto alla prima metà del ’400. Lo scavo fiorentino di via de’ Castellani ha restituito un manufatto in maiolica arcaica corrispondente sempre al nostro Bd 1.1 T2, incluso in stratificazioni genericamente attribuite al XV secolo. Nello scarico di materiali baccheretani recuperati nel 1974, infine, sono attestati numerosi recipienti Bd in maiolica arcaica con caratteristiche simili a quelli descritti nella tipologia proposta, tra cui un esemplare Bd 1.3. La loro datazione è circoscritta, sulla base dei confronti precedenti, tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo. La maiolica arcaica blu (gen. 2) è segnalata a Montelupo in pochi frammenti di forme chiuse. Il suo ritrovamento in contesti databili fra fine trecento e prima metà del ’400 ci suggerisce di inquadrare tali reperti nelle fasi finali della produzione ad almeno una cinquantina d’anni dall’introduzione del blu nelle decorazioni su maiolica in Toscana. Recipienti Bd in maiolica arcaica blu sicuramente montelupini comunque non ne conosciamo, mentre un esemplare baccheretano con corpo ceramico bianco è riconducibile al nostro Bd 1.1 T2. Il reperto proviene dal noto recupero di Novelleto e non ha pertanto possibilità di essere datato su base stratigrafica. Non sembra improponibile considerarlo, sulla base del confronto con altri reperti dello stesso scarico, un manufatto degli inizi del XV. Un reperto Bd 1.1 T3 proveniente da recuperi effettuati a Lucca non aggiunge informazioni di carattere cronologico, mentre un frammento di un recipiente Bd proveniente dall’US 204 dello scavo dell’ex chiesa di San Luca rimanda genericamente alla prima metà del ’400. Altri recipienti Bd in maiolica arcaica blu, prodotti in area fiorentina, facevano parte della raccolta di Galeazzo Cora e sono ora conservati nel museo di Faenza. La zaffera a rilievo (gen. 3) compare in Toscana nell’ultimo venticinquennio del XIV secolo. A Montelupo i reperti in zaffera sono dal Berti ricondotti prevalentemente al periodo 1580-1440 sulla base dei rinvenimenti nelle adiacenze dell’ex palazzo podestarile e del recupero di via Giro delle Mura di nord-ovest, anche se la produzione, a detta dello stesso autore, si protrarrebbe almeno fino a 1460 circa. Si tratta quasi esclusivamente di frammenti appartenenti a forme chiuse da mensa o da farmacia, mentre più rari sono i recipienti aperti, nessuno dei quali, tra quelli noti, con forma Bd. Anche nello scarico di Bacchereto non si hanno recipienti Bd decorati in zaffera. L’esistenza di forme Bd con questo tipo di decorazione è documentata comunque da altri rinvenimenti, tra i quali lo scavo del chiostro piccolo di S. Maria all’Impruneta, da due manufatti inediti provenienti da un recupero effettuato a Lucca, da un recipiente facente parte delle dotazioni del monastero di San Donato in Polverosa e da pezzi conservati in collezioni private. La zaffera tricolore (gen. 5) per la quale il Cora aveva proposto una datazione agli inizi del XV secolo che i pochi contesti di scavo noti sembrano confermare o forse anticipare leggermente, soffre la stessa scarsità di attestazioni, nei rinvenimenti montelupini, della maiolica arcaica blu e della zaffera a rilievo. Il Berti, in base ai depositi di Montelupo, ritiene di poter circoscrivere la produzione entro e non oltre la metà del ’400. Forme Bd sono forse riconoscibili nei frammenti di fondi rinvenuti nell’area del castello di Montelupo ma più sicure attestazioni montelupine del tipo sono documentate da una tavola illustrata del Cora con frammenti raccolti nel centro valdarnese. Una forma Bd 1.3 di grandi dimensioni è conservata nel Musée d’Antiquités di Rouen. Un manufatto Bd 1.1 T2 rinvenuto a Lucca proviene da un recupero non stratigrafico. La forma Bd, generalmente di dimensioni medio-piccole, sembra essere stata largamente impiegata con decorazione alla zaffera tricolore, almeno a giudicare dal recupero di Bacchereto, dove compaiono diversi esemplari, di cui tre a profilo completo, che mostrano una notevole profondità media, con “i” da 0 a +3 circa, avvicinabile al nostro Bd 1.1 T1. La maiolica arcaica tricolore (gen. 6) è impiegata a Montelupo quasi esclusivamente sulle forme aperte. I primi esemplari Bd che aggiungono il giallo alla tradizionale bicromia verde-bruno della maiolica arcaica compaiono intorno alla metà del XV secolo. I contesti montelupini del deposito B di Casa Sinibaldi (1440-1460) 34° e della ex Fornace Bellucci (1440-1480) sono i primi che offrono qualche utile appiglio cronologico, mentre grazie ai rinvenimenti del Pozzo dei Lavatoi, dove abbondano reperti Bd 1.1 in arcaica tricolore, possiamo spingere la datazione di tali manufatti fino ai primi lustri del ’500. I decori in azzurro prevalente (gen. 10) sono ampiamente usati sui tipi Bd, tuttavia si nota una netta prevalenza di decori in solo bleu (gen. 10.1) risalenti in genere alla prima metà-metà del XV secolo. Apparati decorativi che aggiungono il giallo all’azzurro prevalente (gen. 10.3), appartenenti alla seconda metà del ’400, sono impiegati solo su due esemplari Bd 1.1 T1, su un manufatto Bd 1.1 T3 e sul celebre pezzo Bd 1.3 del Kunstgewerbemuseum di Berlino. Sembra quindi ci sia una tendenza alla rarefazione nell’impiego di decori in azzurro prevalente a partire dalla metà del secolo su forme Bd. Per quanto riguarda i contesti di rinvenimento: i reperti rinvenuti nell’area dell’ex Fornace Bellucci (Bd 1.1 T2 e T3) si datano tra 1430 e 1470; i pezzi dal deposito B dello scavo di Casa Sinibaldi (Bd 1.1 T2 e Bd 1.3) sono afferenti ad un contesto datato in base alle associazioni al periodo 1440-1460; l’esemplare Bd 1.1 T3 rinvenuto nello scavo della Fornace Scatragli è riferibile al periodo 1430-1450. Da contesti non montelupini provengono altre conferme: un esemplare Bd 1.1 T2 rinvenuto a Lucca nell’US 204 dello scavo nell’area dell’ex chiesa di San Luca è databile, grazie agli altri reperti associati, entro il 1450. Sulla base dei dati in nostro possesso sembra quindi che la produzione di manufatti Bd in azzurro prevalente cessi assai prima, probabilmente intorno al 1480, rispetto ai medesimi tipi morfologici decorati con i motivi della maiolica arcaica tricolore, che invece si continua a produrre in Montelupo ancora agli inizi del ’500. In conclusione, mentre le forme Bd 1.1 sono state prodotte almeno dall’ultimo ventennio del XIV fino agli inizi del XVI secolo, le forme Bd 1.2 e 1.3, meno comuni delle precedenti, sembrano collocarsi nella forbice compresa tra 1410/20 e 1460/70 circa. More »
  • Funzione primaria: Food Preparation & Consumption
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Origin & occorrenze

Italy - Tuscany Region

Depiction

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Media type: Drawing

Tipi equivalenti & commenti

Equivalenze definite in Fornaciari Bd 1.1 T2

Nessuna diretta equivalenza

Equivalenze definite in altri tipi

Nessuna indiretta equivalenza

Referenze

Fornaciari A. 2016, La sostanza delle Forme: morfologia e cronotpilogia della Maiolica di Montelupo Fiorentino. Firenze: Insegna del Giglio